L’efficienza in caseificio in tempo di crisi energetica
La crisi geopolitica degli ultimi mesi ha introdotto un preoccupante livello di incertezza sull’approvvigionamento del gas e ha conseguentemente incrementato i prezzi dell’energia.
In questo scenario, le aziende si trovano con rinnovato interesse a ragionare sul tema dell’efficienza energetica e i caseifici di produzione del Grana Padano DOP non fanno eccezione. Che cosa possono fare davvero i produttori per tutelarsi? Di sicuro, anche in un’ottica di medio-lungo periodo, sarà per loro fondamentale aumentare il tasso di autoproduzione energetica da fonti rinnovabili ed efficientare gli impianti di produzione dell’energia termica e frigorifera. L’azione fondamentale e prioritaria, però, rimane sempre la riduzione del fabbisogno energetico.
Il progetto LIFE TTGG ha evidenziato l’importanza delle strategie di recupero termico in tema di efficienza energetica. Che cosa significa “recupero termico”? Vuol dire riutilizzare il calore contenuto in un processo per alimentarne un altro, senza ricorrere alla generazione di altro calore. È quello che succede quando si sfrutta il calore del siero caldo scaricato dopo la separazione della cagliata e lo si riutilizza per preriscaldare il latte freddo, che entra nei doppi fondi in rame per la fase di cottura. Oppure, quando si utilizza il calore di condensazione dei gruppi frigoriferi, altrimenti dissipato in atmosfera, per alimentare i magazzini di stagionatura che altrimenti richiederebbero un consistente contributo energetico alle caldaie a gas.
Se qualche mese fa questi interventi permettevano di ridurre di circa 1 euro i costi di produzione di una singola forma di Grana Padano DOP, ora questo risparmio è praticamente raddoppiato, a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia. Questo significa che l’implementazione di uno degli interventi di recupero termico menzionati, già particolarmente interessanti in situazione pre-crisi, vede sostanzialmente dimezzato il tempo di ritorno dell’investimento.
Il consumo di energia ha un notevole impatto, sia sull’ambiente, sia sugli investimenti delle aziende. Se finora la prima leva non è stata forse abbastanza stringente, il fatto che la leva economica diventi rilevante può spingere gli imprenditori a osservare con un occhio più attento e consapevole le proprie produzioni, utilizzando risorse che già maneggiano in modo più efficiente, per arginare costi imposti da condizioni geopolitiche non controllabili e, contemporaneamente, l’impatto ambientale.
Fonte: Enersem