I risultati del software: un confronto tra impatti medi
Utilizzando il software sviluppato all’interno del Progetto LIFE TTGG, gli allevatori della filiera produttiva del Grana Padano DOP possono effettuare valutazioni di impatto ambientale e ottenere un quadro organico ed oggettivo delle performance relative alla propria attività.
In particolare, al termine di ciascuna valutazione, il software genera un Report scaricabile, in modo da consentire una visualizzazione dettagliata dei dati di impatto, riassunti in grafici e tabelle. La conoscenza di alcuni concetti di base è essenziale per interpretare correttamente tali risultati.
In primo luogo, affinché siano informativi, i dati di impatto ambientale devono essere associati all’ottenimento di uno specifico prodotto. Nel caso del software nato dal Progetto LIFE, il prodotto di riferimento corrisponde a 10 g di sostanza secca di formaggio Grana Padano DOP stagionato a 9 mesi per gli impatti riguardanti l’intera filiera di produzione. Il riferimento diventa invece 1 kg di latte crudo standardizzato – il cosiddetto FPCM, Fat and Protein Corrected Milk – quando si considera unicamente la fase di stalla.
Poiché gli impatti legati a qualsiasi attività si manifestano in modalità piuttosto differenziate, per caratterizzarli è necessario ripartirli in indicatori ambientali, ciascuno dei quali espresso con un’unità di misura appropriata. Il cambiamento climatico, ad esempio, è uno degli indicatori più conosciuti, ed esprime la quantità di gas serra emessi per ottenere il prodotto di riferimento considerato.
Attraverso operazioni matematiche di normalizzazione e pesatura, è possibile poi passare dall’impatto scorporato nei diversi indicatori – diciannove in tutto – all’impatto totale, chiamato punteggio singolo. Per rendere consapevole l’allevatore di quali siano gli aspetti relativi alla propria fase produttiva che contribuiscono maggiormente alla determinazione dell’impatto totale, all’interno del Report, la totalità delle attività che si effettuano in allevamento viene suddivisa nei seguenti otto gruppi, tra di loro indipendenti: utilizzo di acqua in allevamento, utilizzo di energia, acquisto di alimenti, autoproduzione di alimenti, acquisto di materiali da lettiera, emissioni scaturite dalla gestione degli effluenti di allevamento, emissioni derivanti dalle fermentazioni enteriche ed emissioni riguardanti la gestione della stalla.
La maggior parte dei risultati viene mostrata nel Report come confronto tra gli impatti medi della DOP e quelli derivati dalla propria valutazione, in modo da dedurre se le performance ambientali ottenute siano migliori, in linea o peggiori rispetto a quelle medie, relative alla fase produttiva considerata.
Fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore